Vicoli e deliziosi locali accompagnano il turista
affascinato da Cuba lungo un piacevole percorso di piazze e negozietti
sofisticati, per le foto ricordo e i cocktail dissetanti questo è il luogo
giusto…un equilibrio tra il decadente e il radical chic sorretto dalla giusta
richiesta turistica di sempre.
L’Habana vieja è piacevole: è raccolta, decente, ricercata….e piena di ricordi.
È incredibile come nello steso luogo convivano due realtà tanto dissonanti tra loro: lìHabana vieja del turismo e l’Habana vieja dell’estrema povertà.
Il luogo… e il non luogo.
È come se non esistesse una linea di confine…a un certo punto sei nel nulla, tra pozzanghere e polvere, a milioni di anni luce da dietro l’angolo.
C’è la fila fuori dai negozi che distribuiscono il razionamento.
Fa caldo….le porte e le finestre sono aperte, all’interno tentativi di case, televisori, poltrone ricoperte di vecchi…una bancarella di frutta, un ragazzino che corre con la divisa della scuola…affacciati alle finestre del niente adulti colorati, panni stesi, anziani agli angoli.
Tra una fessura di vita e l’altra una improbabile palestra di ferri arrugginiti.
Uova, tendine, cartelli scritti a mano…brulica il movimento tra una chiacchera e qualche nota lontana.
Cigola la bicicletta del venditore: un bambino fa il verso alla sua voce ritmata….”tamaaaaaales”.
L’Habana vieja è piacevole: è raccolta, decente, ricercata….e piena di ricordi.
È incredibile come nello steso luogo convivano due realtà tanto dissonanti tra loro: lìHabana vieja del turismo e l’Habana vieja dell’estrema povertà.
Il luogo… e il non luogo.
È come se non esistesse una linea di confine…a un certo punto sei nel nulla, tra pozzanghere e polvere, a milioni di anni luce da dietro l’angolo.
C’è la fila fuori dai negozi che distribuiscono il razionamento.
Fa caldo….le porte e le finestre sono aperte, all’interno tentativi di case, televisori, poltrone ricoperte di vecchi…una bancarella di frutta, un ragazzino che corre con la divisa della scuola…affacciati alle finestre del niente adulti colorati, panni stesi, anziani agli angoli.
Tra una fessura di vita e l’altra una improbabile palestra di ferri arrugginiti.
Uova, tendine, cartelli scritti a mano…brulica il movimento tra una chiacchera e qualche nota lontana.
Cigola la bicicletta del venditore: un bambino fa il verso alla sua voce ritmata….”tamaaaaaales”.