Un universo parallelo di gallerie e cunicoli si snoda da
secoli sotto al territorio di Centocelle.
Con una superfice di 200.000 metri quadri mappati ( ma più del doppio conosciuti), questo enorme labirinto rappresenta un’incredibile e silenziosa realtà sotterranea.
Non si tratta di catacombe: inizialmente nate come cove di pozzolana di epoca romana, sono state allargati e adattate negli anni per accogliere coltivazioni di funghi.
Negli anni ’70 però, le fungaie non rispondevano più alle normative di sicurezza e sono state abbandonate.
Conservano ancora al loro interno la struttura originaria delle coltivazioni, l’impianto industriale con le vasche di raccolta e pulizia, il confezionamento, gli uffici, lo stockaggio.
Negli anni successivi, nei punti più a ridosso degli sbocchi esterni, i tunnel hanno visto avvicendarsi occupazioni abusive e sgomberi.
Oggi le gallerie, con le grandi volte che consentivano il passaggio dei camion, rappresentano un ricordo polveroso del passato.
L’impianto elettrico esistente, chilometri e chilometri di illuminazione, è stato completamente danneggiato, il rame dei cavi rubato.
Alcune aree sono piene di materiale abbandonato e immondizia messa li da persone “oneste” che hanno scoperto questi spazi segreti adiacenti alle loro case o ai loro negozi.
Ma l’atmosfera li sotto è surreale, quasi magica.
Tutto è sospeso nel buio e nel silenzio, è difficile immaginare in questo scenario silente che un tempo ci sia stato rumore e fermento e che la vita abbia riempito col suo respiro questi tunnel adesso immobili.
Il tempo si è fermato: ce lo dicono le grandi pale arrugginite del vecchio sistema di ventilazione, gli enormi teli inermi che dividevano e isolavano le aree tecniche… ce lo dicono le lunghissime radici che corrono lungo il percorso, infinite e sconosciute…. ce lo dicono gli oggetti distesi e grigi che proiettano lunghe ombre scure al passaggio delle torce.
C’è un mondo lì sotto.
Grandissimo e intatto nel ricordo.
Con una superfice di 200.000 metri quadri mappati ( ma più del doppio conosciuti), questo enorme labirinto rappresenta un’incredibile e silenziosa realtà sotterranea.
Non si tratta di catacombe: inizialmente nate come cove di pozzolana di epoca romana, sono state allargati e adattate negli anni per accogliere coltivazioni di funghi.
Negli anni ’70 però, le fungaie non rispondevano più alle normative di sicurezza e sono state abbandonate.
Conservano ancora al loro interno la struttura originaria delle coltivazioni, l’impianto industriale con le vasche di raccolta e pulizia, il confezionamento, gli uffici, lo stockaggio.
Negli anni successivi, nei punti più a ridosso degli sbocchi esterni, i tunnel hanno visto avvicendarsi occupazioni abusive e sgomberi.
Oggi le gallerie, con le grandi volte che consentivano il passaggio dei camion, rappresentano un ricordo polveroso del passato.
L’impianto elettrico esistente, chilometri e chilometri di illuminazione, è stato completamente danneggiato, il rame dei cavi rubato.
Alcune aree sono piene di materiale abbandonato e immondizia messa li da persone “oneste” che hanno scoperto questi spazi segreti adiacenti alle loro case o ai loro negozi.
Ma l’atmosfera li sotto è surreale, quasi magica.
Tutto è sospeso nel buio e nel silenzio, è difficile immaginare in questo scenario silente che un tempo ci sia stato rumore e fermento e che la vita abbia riempito col suo respiro questi tunnel adesso immobili.
Il tempo si è fermato: ce lo dicono le grandi pale arrugginite del vecchio sistema di ventilazione, gli enormi teli inermi che dividevano e isolavano le aree tecniche… ce lo dicono le lunghissime radici che corrono lungo il percorso, infinite e sconosciute…. ce lo dicono gli oggetti distesi e grigi che proiettano lunghe ombre scure al passaggio delle torce.
C’è un mondo lì sotto.
Grandissimo e intatto nel ricordo.