Qualcuno pensa che porti sfortuna andarsene in giro per cimiteri….qualcun’altro, giovane e oscuro, lo trova molto alla moda.
Se non si va a trovare un parente defunto la scelta è davvero limitata: strano, menagramo o dark.
Abbiamo un rapporto con la morte davvero controverso, probabilmente perché non al conosciamo veramente e non sappiamo come confrontarci con un evento tanto ignoto.
Ma sparsi per l’Italia abbiamo alcuni fra i cimiteri monumentali più belli d’Europa, a Roma, a Milano, a Genova…
E se prima era normale che non figurassero fra le attrattive turistiche o nell’elenco delle possibili gite della domenica, proprio ieri leggevo un articolo di Repubblica on line che ne decantava il valore artistico. Non ultimo su alcuni siti organizzano delle visite guidate all’interno dei cimiteri monumentali.
Quando ho scritto la mia tesi nel 2007 “della morte, de la muerte” parlavo moltissimo di questi posti così surreali, ne ero estremamente affascinata ed effettivamente non capivo come mai fossero dei luoghi praticamente abbandonati. Attraverso le foto ne raccontavo l’eleganza e il degrado, la bellezza e la noncuranza, l’incanto e la desolazione.
Le statue osservano…rassegnate e profondamente tristi, sono segnate dallo scorrere del tempo e dall’acqua…aggredite dal muschio, ossidate dall’umidità, consumate dal passaggio, spezzate dalle piante, erose dal vento. Ma soprattutto impolverate…immobili, sotto l’infinita polvere immobile, diventano morbidi testimoni del silenzio, come se fossero spettatori di velluto.
Se non si va a trovare un parente defunto la scelta è davvero limitata: strano, menagramo o dark.
Abbiamo un rapporto con la morte davvero controverso, probabilmente perché non al conosciamo veramente e non sappiamo come confrontarci con un evento tanto ignoto.
Ma sparsi per l’Italia abbiamo alcuni fra i cimiteri monumentali più belli d’Europa, a Roma, a Milano, a Genova…
E se prima era normale che non figurassero fra le attrattive turistiche o nell’elenco delle possibili gite della domenica, proprio ieri leggevo un articolo di Repubblica on line che ne decantava il valore artistico. Non ultimo su alcuni siti organizzano delle visite guidate all’interno dei cimiteri monumentali.
Quando ho scritto la mia tesi nel 2007 “della morte, de la muerte” parlavo moltissimo di questi posti così surreali, ne ero estremamente affascinata ed effettivamente non capivo come mai fossero dei luoghi praticamente abbandonati. Attraverso le foto ne raccontavo l’eleganza e il degrado, la bellezza e la noncuranza, l’incanto e la desolazione.
Le statue osservano…rassegnate e profondamente tristi, sono segnate dallo scorrere del tempo e dall’acqua…aggredite dal muschio, ossidate dall’umidità, consumate dal passaggio, spezzate dalle piante, erose dal vento. Ma soprattutto impolverate…immobili, sotto l’infinita polvere immobile, diventano morbidi testimoni del silenzio, come se fossero spettatori di velluto.