All'interno del centro sociale occupato autogestito ex Snia, in via Prenestina 173, vive una realtà di scambio, sostenibilità e lavoro manuale che prende corpo nella ciclofficina popolare Donchisciotte.
E' un luogo dove è possibile costruire, riparare, recuperare biciclette, ma è soprattutto un luogo dove questa attività ha un senso in quanto punto di partenza di un percorso di riflessione sul consumo, sulla mobilità prigioniera delle logiche di potere petrolio - guerre -inquinamento, sul recupero e il riciclo dei materiali, e sull'impoverimento e lo sfruttamento indiscriminato del pianeta.
La bicicletta è il mezzo e simbolo privilegiato di questo impegno quotidiano.
Nella ciclofficina non circola denaro...non compra, non vende e non affitta né biciclette né ricambi.
Tutti i pezzi in magazzino sono a libera disposizione di chi ne ha bisogno per riparare o costruire una bicicletta.
Si mantiene con le sottoscrizioni libere in denaro, attrezzi, materiali di consumo, cibo e bevande, aiuti nei lavori di pulizia e sistemazione.
Periodicamente i rottami di ferro e alluminio non più utilizzabili vengono rivenduti a peso e il ricavato va in cassa.
La gestione dell'officina è quindi collettiva, autonoma e impostata sul sociale.
Le iniziative a sostegno e mantenimento dell'officina sono molteplici e creative.
Uno spazio aperto a tutti, nel rispetto della persona e della natura.
E' un luogo dove è possibile costruire, riparare, recuperare biciclette, ma è soprattutto un luogo dove questa attività ha un senso in quanto punto di partenza di un percorso di riflessione sul consumo, sulla mobilità prigioniera delle logiche di potere petrolio - guerre -inquinamento, sul recupero e il riciclo dei materiali, e sull'impoverimento e lo sfruttamento indiscriminato del pianeta.
La bicicletta è il mezzo e simbolo privilegiato di questo impegno quotidiano.
Nella ciclofficina non circola denaro...non compra, non vende e non affitta né biciclette né ricambi.
Tutti i pezzi in magazzino sono a libera disposizione di chi ne ha bisogno per riparare o costruire una bicicletta.
Si mantiene con le sottoscrizioni libere in denaro, attrezzi, materiali di consumo, cibo e bevande, aiuti nei lavori di pulizia e sistemazione.
Periodicamente i rottami di ferro e alluminio non più utilizzabili vengono rivenduti a peso e il ricavato va in cassa.
La gestione dell'officina è quindi collettiva, autonoma e impostata sul sociale.
Le iniziative a sostegno e mantenimento dell'officina sono molteplici e creative.
Uno spazio aperto a tutti, nel rispetto della persona e della natura.